
La psicologia può contribuire allo sviluppo di tecnologie centrate sull’uomo incrementando l’efficacia nel favorire il benessere personale di chi la utilizza, nonché studiare i potenziali effetti positivi e criticità. La tecnologia è diventata sempre di più, nel corso degli anni, parte integrante della quotidianità e in quanto tale non può non venire considerata a fini terapeutici o funzionali nel lavoro dello Psicologo di cui, resistenze e dubbi permettendo, può integrare l’efficienza e l’efficacia.
Inoltre, i continui strumenti messi a disposizione dall’incessante progresso tecnologico come ad esempio la realtà virtuale o l’intelligenza artificiale, possono essere pensati come dei facilitatori. Come sostiene Tonino Cantelmi, esimio professore presso la Sapienza di Roma, psichiatra e massimo esperto di cyberpsicologia in Italia:
Bisognerebbe guardare alla tecnologia come strumento da avere nella cassetta degli attrezzi.
Come può, per esempio, l’intelligenza artificiale essere integrata e allo stesso tempo utile in una disciplina come la psicologia? Il primo progetto tecnologico in assoluto che ha integrato l’IA nella pratica psicologica fu Eliza, la progenitrice dei chatterbot costruita nel 1966 da Joseph Weizenbaum che simulando un terapeuta Rogersiano, aveva l’obiettivo di creare un legame empatico con il paziente riformulando ciò che la persona precedentemente le diceva. Da Eliza è derivato poi l’ “effetto Eliza”, ossia quel fenomeno psicologico che si verifica quando, ad un computer, viene attribuita maggior intelligenza di quanto in realtà ne possegga. La scoperta di tale effetto è stato un importante sviluppo per la stessa intelligenza artificiale. Dopo Eliza, la ricerca nel campo della IA ha portato alla creazione, nel 2011, di un’intelligenza artificiale in grado di leggere e rispondere alle emozioni umane. Finanziata dalla Darpa, l’IA conosciuta con il nome di Simsensei è stata realizzata dall’Institute for Creative Technologies dell’Università del Sud della California. I leader a capo del progetto non sono altro che Albert “Skip” Rizzo e Louis-Philippe Morency.
Ma come funziona Simsensei? Senza scendere troppo nel dettaglio, l’IA è dotata di una terapista virtuale conosciuta come Ellie che coinvolge gli utenti in un’intervista privata faccia a faccia usando il linguaggio naturale e l’ascolto attivo. Attraverso una webcam e la prima versione del Microsoft Kinect per Xbox 360, viene tracciata sia l’espressione del viso e i movimenti della testa sia la postura del corpo e i gesti. Infine, viene usato un microfono per catturare i parametri vocali. Una sessione con Ellie inizia con alcune domande di base utili per costruire un rapporto. Quindi chiede poi agli utenti, in maniera del tutto casuale, quali sono i sintomi del disagio psicologico che portano. Successivamente essa monitora e analizza le risposte degli utenti, reagisce di conseguenza con domande di follow-up appropriate e annuisce empaticamente. L’obiettivo di Ellie è trovare gli indicatori di pericolo ovvero quei comportamenti verbali e non verbali correlati a depressione, ansia o Disturbo da Stress Post Traumatico. Il potenziale di SimSensei di migliorare l’assistenza sanitaria mentale per un numero significativamente maggiore di persone è enorme. Dopo Simsensei, nel 2017, fa la sua apparizione Woebot un programma sviluppato da un team di Psicologi dell’Università di Stanford che, utilizzando una matrice cognitivo comportamentale, offre un supporto personalizzato per coloro che hanno depressione e/o ansia.
Attualmente, un ulteriore passo in avanti compiuto dagli Psicologi italiani in chiave tecnologica è stato compiuto da IDEGO e l’Università di Trento.
Attualmente, all’interno del progetto Co-Adapt si stanno sviluppando metodologie altamente innovative per sostenere l’adattamento psicologico delle persone grazie alle Intelligenze Artificiali. Nel progetto Co-Adapt (supportato dalla Comunità Europea con un bando Horizon 2020) l’Università di Trento e IDEGO stanno sviluppando un Agente Conversazionale che potrà aumentare l’efficienza e l’efficacia dei percorsi psicologici. L’Agente Conversazionale interagendo con le persone sarà in grado di comprenderne lo stato di psicologico e insieme al lavoro degli Psicologi, aiutarle a rispondere nel modo più efficace e aumentare le loro capacità di adattamento.
Già oggi molti assistenti vocali aiutano le persone nelle loro routine come fare la lista della spesa, accendere o spegnere alcuni dispositivi o chiedere le previsione meteo. L’IA messa a punto dall’Università di Trento è già in grado di spingersi ben oltre, comprendendo ad esempio il sentiment di quanto espresso dalle persone. L’idea è quella di utilizzare un sistema di IA che si inserisca tra una seduta e l’altra e aiuti la persona a generalizzare e fissare quanto esplorato o appreso durante le sedute.
Un’integrazione tra Psicologo e IA per fornire tecniche e strumenti personalizzati in base alla persona o alla problematica presentata. Strumenti, ad esempio, per aumentare le capacità di insight, di gestione delle proprie emozioni, di alfabetizzazione emotiva e apprendere comportamenti più funzionali all’adattamento grazie anche all’aiuto di feedback in real-time.
Co-Adapt ha visto la luce nel mese di Dicembre del 2018, prima che la pandemia da Coronavirus portasse lo stravolgimento sociale che ha visto cambiare il nostro vivere comune e soprattutto la nostra concezione di lavoro. Fino ad un anno fa si parlava di innovare la professione in vista del futuro, oggi parliamo di innovarci qui ed ora.
Articolo a cura di Marco Lazzeri, Psicologo e Innovative Educational Trainer

Dopo aver ottenuto la qualifica di Graphic Designer, continua il suo percorso formativo con il Corso di laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche presso l’Università della Valle d’Aosta, per poi abilitarsi alla professione di psicologo. Interessato all’utilizzo delle nuove tecnologie in ambito sanitario/terapeutico, nonché alle loro criticità, si è laureato con due tesi di laurea inerenti la Realtà Virtuale e software pensati per emulare il ragionamento umano come gli “Expert Systems”. Ha coltivato in autonomia l’interesse verso le nuove tecnologie e l’informatica conseguendo la certificazione IET (Innovative Educational Trainer) nonché la certificazione Cisco come Safer Internet Ambassador. Collabora con diversi portali che si occupano di divulgazione della psicologia e dell’innovazione digitale.
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